Nel corso della vita possiamo arrivare a introdurre nel nostro corpo ben 40-50 tonnellate di cibo, passiamo mediamente 15 anni della vita a mangiare e ci mettiamo a tavola 100 mila volte.
Questi numeri fanno riflettere e soprattutto fanno comprendere come la qualità e la quantità del cibo che introduciamo vanno a incidere direttamente sul nostro benessere, sulla nostra salute e anche sulla nostra espressione genica.
Il cibo è una delle cose più potenti con il quale il nostro corpo entra in contatto, in quanto ha una miriade di funzioni, non solo sul piano biochimico e metabolico, ma anche sul piano emotivo ed energetico.
Il nostro cervello è stato evolutivamente predisposto a trasformare la ricerca del cibo in piacere, per far in modo che la motivazione al mangiare rimanesse alta. Ma nel tempo l’atto del mangiare è diventato non solo un atto necessario per la sopravvivenza, ma anche una fonte di appagamento, magari per colmare delle mancanze.
Per trovare il proprio peso forma è sufficiente diminuire il numero di calorie? Purtroppo no! Per dimagrire e soprattutto per mantenere il peso forma raggiunto è necessario rimettere in connessione mente e corpo, è necessario ritornare ad ascoltare i segnali del nostro corpo.
Ma quanto conosciamo il nostro corpo? Il nostro corpo è straordinario, ci permette di fare un sacco di cose che molto spesso diamo per scontate.
Con il tempo però il nostro corpo cambia a livello metabolico, di composizione, per cui cambiano anche le necessità nutrizionali di cui ha bisogno.
E qui ci troviamo di fronte il primo ostacolo: cambiare la propria alimentazione dopo tanti anni è difficile, perché determinate scelte che replichiamo da tempo, magari da decenni, sono diventate delle nostre abitudini automatiche.
Perché, diciamoci la verità, rinunciare a ciò che ci piace, senza avere una ricompensa immediata equivalente implica impegno, costanza. E non sempre c’è la motivazione giusta per farlo.
Se poi entrano in gioco forme di dipendenza dal cibo, o stati emotivi e stress che ci portano a ricercare determinati cibi, tutto si fa ancora più complicato.
La vera ragione per cui mangiamo molto, spesso non è infatti la fame.
Molte volte mangiamo guidati da emozioni come la noia, l’ansia, la tristezza, la solitudine. Proprio per questo nell’osservare ciò che determina le nostre scelte alimentari non ci si può più fermare solo all’aspetto nutrizionale.
E' necessario andare più in profondità, e iniziare comprendere quali sono i fattori scatenanti che ci portano a ricercare quel cibo anche quando non ne abbiamo bisogno. Diventa importante riconoscere quegli automatismi che ci guidano in comportamenti poco salutari, attraverso l'attivazione della nostra consapevolezza che ci permette di portare attenzione sulle emozioni, pensieri e azioni che stiamo adottando.
Come possiamo allenarci ad essere più consapevoli?
Ecco 3 aspetti su cui possiamo iniziare a lavorare da subito.
1- Iniziamo ad ascoltare di più il nostro corpo.
Tante volte mangiamo perché siamo disconnessi da noi stessi, non stiamo ascoltando i nostri bisogni ma stiamo agendo in modo automatico. Imparare a riconoscere ed ascoltare i segnali del corpo, può portare quindi maggior equilibrio anche nelle nostre scelte alimentari.
2- Iniziamo ad osservare il modo in cui mangiamo.
Avere la tendenza a divorare il cibo porta nel tempo a vari disturbi gastrici, intestinali, del sonno e della concentrazione.
Per cui è importante allenarsi a rallentare! Perché se non lo facciamo noi, lo farà magari nel tempo il nostro corpo!
Proviamo a gustarci con tutti i sensi quello che stiamo mangiando.
Questo ci permetterà di digerirlo meglio, di aumentare il senso di sazietà e di trasformare l'atto del mangiare in un'esperienza durante la quale attiviamo i nostri sensi.
3 - Iniziamo ad osservare il modo in cui ci parliamo.
Il peso corporeo non è solo il peso del corpo fisico, ma è anche connesso all’immagine mentale che abbiamo di noi stessi, che magari è appesantita dal giudizio che abbiamo verso noi stessi.
La parola è cibo. Nutre e alimenta il nostro corpo e la nostra mente. Per cui se è scadente a lungo ci avvelenerà.
La parola è la prima medicina per ritrovare e mantenere forza vitale, motivazione, felicità.
Allenando la nostra consapevolezza, possiamo quindi iniziare un percorso di rinascita che può portare davvero benessere e salute nella nostra vita.
Se vogliamo il vero cambiamento è arrivato il momento di ascoltarci di più, amarci di più e giudicarci di meno.
Come ha detto Robin Sharm “Ogni cambiamento è difficile all’inizio, caotico a metà, ma fantastico alla fine.”
Se vuoi iniziare questo percorso di consapevolezza posso essere al tuo fianco grazie al coaching.
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